Accordo sulla biodiversità al Cop 15: “Proteggere il 30% del pianeta entro il 2030″. Ma c’è chi si dissocia

Approvato dopo una trattativa estenuante durata più di due settimane. Approvato alle 3 e mezza, in un finale notturno di fuoco, con la dissociazione di Congo e Uganda che hanno aperto una durissima polemica per la mancanza di uno specifico fondo destinato ai Paesi che una volta si chiamavano in via di sviluppo. Ma approvato. Il testo finale della Cop15, la conferenza Onu sulla biodiversità che si è conclusa a Montreal, in Canada, segna un salto di consapevolezza. La difesa delle altre specie viventi fa il suo ingresso in campo, assieme alla lotta contro la crisi climatica, tra le priorità delle Nazioni Unite, cioè tra i nostri interessi come specie, spesso messi in ombra da interessi momentanei e locali.

I dati presentati dalla comunità scientifica hanno dimostrato che le misure per proteggere gli habitat che custodiscono la molteplicità delle forme di vita non hanno solo un valore etico proiettato nel futuro, ma sono indispensabili per i nostri bisogni più immediati, per la salvaguardia degli equilibri senza i quali le nostre società collasserebbero.

 

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