Schlein ha messo in campo l’equità della transizione ecologica. Ora deve dimostrare che i conti tornano

La sfida di Elly Schlein si gioca su una “e”. La novità del suo programma di opposizione è descritta come battaglia contro il precariato e contro la crisi climatica. È già una bella differenza ed è il motivo per cui “non l’hanno vista arrivare”, come dice lei: nel vecchio Pd una così serviva a movimentare lo scenario, non a cambiarlo. Ma il vero salto avverrà se riuscirà a far saltare quella “e”. A dimostrare che la battaglia climatica è lotta contro le disuguaglianze. Finora non è andata così. Le due questioni hanno sempre avuto vita indipendente, spesso contrapposta. E questa è stata una delle armi vincenti dell’onda populista nata dalla rivolta dei gilet jaunes, il movimento che ha preso le mosse proprio da un piccolo aumento dei carburanti motivato da Macron come una mossa ambientale. È stato l’inizio dell’affondo contro l’ecologismo della Ztl: andare in macchina al lavoro sarà pure inquinante, ma se ho i soldi contati e nessuna alternativa non posso permettermi un pieno più caro; i sacrifici oggi per i benefici domani vanno bene per chi se li può permettere.

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